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La Fenice Aerosmith

Come la Fenice che rinasceva dalle proprie ceneri. Così si potrebbe sintetizzare la carriera degli Aerosmith, dati per morti più e più volte, e sempre ritornati sulla cresta dell'onda.
Tyler, Perry, Hamilton, Kramer e Whitford una formazione da citare a memoria come quelle delle storiche squadre di calcio. Perché dal lontano 1969 a oggi, se si esclude il periodo 1979-84, sono rimasti sempre loro a calcare il palco sotto quel logo. E già questa è una stranezza nel mondo del rock perché difficilmente si riesce a tenere in piedi la stessa formazione per più di quarant'anni.


Da quel 1969 con il primo concerto in un liceo di Hopkinton nel Massachusetts di acqua ne è passata sotto i ponti, così come da quei primi due dischi che si sono filati veramente in pochi (Aerosmith del 1973 e Get Your Wings del 1974) ma che già contenevano alcune delle pagine migliori della band (Dream On, Same Old Song and Dance, Train Kept A-Rollin'). Si iniziò a notare subito il talento compositivo di quella coppia voce-chitarra che molto darà negli anni a venire.
Anche in questo caso è difatti una coppia a mandare avanti il gruppo, come da tradizione del rock (Plant/Page, Jagger/Richards, Lennon/McCartney, ecc), e a far parlare di se. Per Steven Tyler e Joe Perry insieme al successo (Toys in The Attics 1975) arriva anche il soprannome che li accompagnerà per tutta la carriera. “Toxic Twins” è quello scelto per i due di Boston. E probabilmente mai soprannome fu più azzeccato, visto che loro stessi sono arrivati a dichiarare di aver speso nella loro carriera una cifra vicina ai 20 milioni di dollari in stupefacenti (cifra poi abbassata a 6 in un'altra intervista). Fatto sta che non si sono fatti mancare nulla nella loro carriera, come detto droga, sesso, donne, figli (anche se scoperti dopo decenni).
Ma il successo bisogna saperlo mantenere e cavalcare, e loro lo sanno fare alla grande. Nel 1976 esce Rocks uno degli album più celebri dell'Hard Rock, un disco che ha ispirato numerose band dopo di loro (Gun's & Roses e Metallica su tutti), seguito a ruota da Draw The Line e Night in The Ruts. Come se non bastasse sono anche una delle band più attive dal vivo, arrivando a suonare in tour che durano per anni e che toccano ogni parte del pianeta.


Ma come in ogni famiglia che si rispetti ci sono anche i problemi interni. Problemi legati soprattutto alle dipendenze dei due principali attori. Gli stessi due che finiranno per discutere e il risultato sarà l'abbandono della band da parte di Joe Perry. Siamo nel 1979 e due anni dopo si allontanerà dal gruppo anche l'altro chitarrista Brad Whitford.
Con due nuovi chitarristi ecco arrivare nel 1982 Rock in A Hard Place disco stroncato sia dalla critica che dal pubblico, sono i primi presagi di un periodo nero per la band di Boston. Oltretutto i continui eccessi di Steven Tyler lo portano a collassare sul palco durante un concerto a Portland.
Con due delle colonne portanti fuori dal gruppo, il cantante sempre più dipendente da qualsiasi droga, un disco pessimo e con un lustro con più fallimenti che successi, il nome Aerosmith è trattato da tutti come quello di un gruppo ormai finito.
Ma come dicevamo all'inizio gli Aerosmith sono associabili alla Fenice mitologica. Ed eccoli risorgere dalle loro ceneri. Sono due gli elementi fondamentali per questa ripresa. Nel 1984 Perry e Whitford rientrano nel gruppo (anche a seguito di progetti solisti non proprio esaltanti) ma soprattutto nel 1986 il gruppo Hip-Hop Run DMC propone uno dei primi esempi di crossover tra Rock e Rap. La canzone scelta è Walk This Way, uno dei più grandi successi degli Aerosmith, e il successo è planetario. Il nome degli Aerosmith torna sulla bocca di tutti, e la partecipazione al video di Tyler e Perry non fa altro che aumentare l'hype intorno alla band di Boston.
Come già detto gli Aerosmith sono bravissimi a cavalcare il loro successo e anche questa volta si presentano al pubblico con una serie di dischi che sanciranno per sempre la gloria della band. Permanent Vacation, Pump, Get a Grip e Nine Lives. Quattro dischi in dieci anni, di nuovo tour planetari che li portano su e giù per il pianeta e un successo che non accenna a diminuire. Ma il sound della band è cambiato. Si sono probabilmente adeguati agli anni '80 andando a virare molto più sul Pop Rock lasciando progressivamente da parte l'Hard. Di questi anni è anche la collaborazione con Desmond Child (storico autore di Bon Jovi e altri) che porta la band sempre più in vetta alle classifiche con pezzi più orecchiabili, ma che mantengono uno standard elevatissimo rispetto ad altre band.
In tutto questo riescono a raggiungere anche per la prima volta il n° 1 in classifica con un singolo. I Don't Want To Miss A Thing dalla colonna sonora di Armageddon li fa entrare per sempre nelle orecchie di tutto il mondo. È uno dei pezzi più contestati dai fan di prima data ma li porta a un successo che mai avevano raggiunto prima.


Ormai gli Aerosmith continuano a vivere nella loro grandezza. Sono diventati a tutti gli effetti un'icona pop del nostro tempo. Sono tornati con un disco in studio nel 2012 dopo otto anni di silenzio solamente discografico. Perché gli Aerosmith continuano a far parlare di loro sempre e comunque. Vuoi per una caduta dal palco di Steven Tyler, vuoi per le minacce più o meno reali dello stesso Tyler di abbandonare il gruppo, vuoi perché sono protagonisti di un videogioco tutto loro.

Quello che a noi interessa di più ovviamente il lato musicale della faccenda. E fidatevi che vederli ancora tutti e cinque assieme su un palco a dare spettacolo per tre ore è una delle gioie che consiglio a tutti di provare.



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