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LA MUSICA AI TEMPI DELLE COVER

Saper fare una cover non è da tutti. Ma tutti ci provano. Ma non tutti ci riescono. Le discussioni su quale sia la miglior cover di sempre potrebbero durare mesi, senza riuscire a dare una risposta definitiva. Rispetto a una canzone inedita, la cover avrà sempre sulle spalle il peso della versione originale, o delle cover precedenti. E allora perché tutte le band, chi prima chi dopo, si inerpicano per un percorso così tortuoso che spesso porta solo a critiche(Nella maggior parte dei casi)?
Le motivazioni possono essere le più disparate, da voglia di emulazione a un omaggio a artisti che hanno influenzato la crescita di un'artista, fino al solo scopo commerciale.
Specialmente per quel che riguarda l'ultimo aspetto in Italia siamo espertissimi in questo, visto che molti dei gruppi nati tra gli anni '60 e '70 altro non facevano che prendere dei successi americani o inglese, tradurre o modificare il testo e vendere tante copie. Purtroppo il nostro mercato musicale chiedeva questo e a quest'operazione si sono dovuti sottoporre anche artisti stranieri quando ancora non erano al massimo della loro fama. Esempio lampante David Bowie, quando ancora non era Ziggy Stardust o il Duca Bianco, ai tempi di Space Oddity gli venne cambiato il testo dell'omonima canzone, testo scritto da Mogol, e quindi da una storia di un astronauta che vagava perso nello spazio in Italia ci siamo ritrovati “Ragazzo Solo, Ragazza Sola” la classica canzone d'amore che al pubblico italiano non dispiacciono mai. Oppure erano gli artisti italiani a eseguire le cover tradotte, Pregherò di Celentano è l'italianizzazione di Stand By Me di Ben E. King(Poi coverizzata da numerosi altri artisti tra cui John Lennon) oppure Sognando la California dei Dik Dik altro non è che la traduzione del successo California Dreamin' dei Mamas and Papas. Ma gli esempi potrebbero essere centinaia sempre rovistando tra il Pop e Beat italiano anni '60.



Quando si parla di cover non bisogna mai dimenticarsi che la maggior parte delle band ai loro albori hanno iniziato suonando pezzi di altri artisti prima di cominciare a comporre i propri. I Beatles e i Rolling Stones nei loro dischi d'esordio propongono principalmente cover di vecchi blues e R&B. Gli Stones nel loro disco d'esordio arrivano a proporre nove cover su dodici canzoni. Ovviamente erano canzoni che i gruppi proponevano dal vivo già da tempo, su cui si sentivano rodati tanto da inciderle nei loro album, erano canzoni che ascoltavano e amavano e da cui sono stati ispirati nell'inizio della loro carriera, prima di prendere altre vie musicali. Anche Jimy Hendrix arrivò al successo con una cover. Hey Joe il suo primo singolo è una cover della omonima canzone del 1961 di Billy Roberts, cantautore americano molto apprezzato dal chitarrista di Seattle. Anche in questo caso si tratta di un omaggio a chi è stato fonte d'ispirazione

Ma cosa fa di una canzone quella adatta per essere riproposta da un gruppo? Chi ascoltando una canzone migliaia di volte non ha pensato : “Questa avrei potuta scriverla io!”. Credo sia anche il pensiero che accompagna molti musicisti quando decidono di fare una cover. Mi rifaccio alle parole di Francesco Guccini durante un suo concerto prima di eseguire Luci a San Siro di Vecchioni:

“Delle volte non si dice che una canzone di un collega o di un amico è bella o brutta ecc. Delle volte si dice Perché non l'ho scritta io?.

Il senso è che probabilmente qualcuno ha detto la stessa cosa che avresti voluto dire tu, di conseguenza vai a utilizzare quello che ha fatto un altro prima di te, magari mettendoci del tuo. Ma saper fare una cover è anche una forma d'arte, molto diversa anche dal comporre una canzone ex novo. Devi decidere se riproporre la canzone tale e quale all'originale oppure andare a stravolgerla, a renderla completamente un'altra canzone. È il secondo caso quello che di solito provoca le reazione più estreme da parte dei fan. Si può venir considerati dei geni oppure si può essere additati come presuntuosi per aver osato tanto, fino ad arrivare in alcuni casi a essere accusati di lesa maestà se il pezzo che si è rifatto era di un grande artista. Numerosi sono i casi di brani riproposti da artisti che non avevano niente a che vedere, musicalmente parlando, con l'originale. Si può citare tranquillamente Marilyn Manson con la sua versione di Sweet Dreams (Eurythmics), ha preso un pezzo pop tendende all'elettronica per farne una versione Heavy. Molto simile il caso di Knocking on Heaven Door di Bob Dylan, pezzo cantautoriale per eccellenza riportato al successo in chiave Hard Rock dai Gun's N'Roses a venti anni dall'originale. Un esempio ancora più eclatante ci fu nel 1986 in cui i Run DMC decisero di coverizzare il pezzo del 1975 degli Aerosmith Walk This Way. Fu un passaggio importantissimo nella storia della musica recente, in quanto primo caso in cui Rap e Rock andavano a incontrarsi nello stesso pezzo, anche se non è proprio definibile cover in quanto gli stessi Aerosmith presero parte alla realizzazione del pezzo.


Ma non è finita qui. Ci sono situazione in cui alla cover viene dato quella marcia in più dall'artista che la va a proporre. Magari aggiungendo un emozione, un sentimento che lasciano la canzone così com'è in termini tecnici ma regalandole tutto un altro sapore. Come non citare Hallelujah di Jeff Buckley. Partendo dal presupposto che Hallelujah di Leonard Cohen (la versione originale) è stata coverizzata, stando a delle stime recenti 180 volte da artisti diversi(superata forse solo da Over The Rainbow), tutti ricordano la versione del 1994 del prematuramente scomparso Jeff Buckley. Il cantautore figlio di Tim Buckley ha aggiunto a un pezzo già ottimo, la sua voce straordinaria e un tocco di malinconia che l'ha fatta entrare nel cuore di tutti coloro che l'ascoltano.

Per il film Donnie Darko venne presa a prestito Mad World dei Tears For Fears. Un altro pezzo elettro-pop venne capovolto in una struggente ballata a opera del semisconosciuto Gary Jules. Anche in questo caso ci troviamo davanti a una cover che può essere considerata migliore della versione originale(mio modestissimo parere).
Per fare da contraltare a tutto questo potrei mettere sul piatto della bilancia migliaia e migliaia di cover da cestinare immediatamente. Basterebbe vedere una puntata di un talent show(sceglietene uno qualsiasi), per trovare storpiature di canzoni favolose. Ma vorrei proporvi un caso diverso. Cover suonate magnificamente ma che non portano nulla a chi le ascolta.
Esistono band che tecnicamente sono magnifiche, superiori a chiunque altro nel modo di suonare, che ogni tanto azzardano delle cover. Sono facilmente reperibili due Bootleg dei Dream Theater in cui la band americana ripropone dal vivo per intero Master Of Puppets dei Metallica e The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd. Tecnicamente nulla da eccepire sull'esecuzione di Petrucci e soci, ma in queste cover manca tutto, manca l'anima, manca tutta la passione che avevano messo gli altri gruppi nell'esecuzione originale. Si riduce tutto a un mero esercizio di tecnica.

Alcuni artisti nel corso della loro carriera, specialmente in fase avanzata si sono dedicati soprattutto a brani di altri artisti, vuoi per l'avanzare dell'età, vuoi per delle idee che venivano meno ma spesso trattandosi di artisti straordinari il risultato è stato ottimo. Anche in questo caso porto un paio di esempi. In Italia abbiamo
Franco Battiato che ha proposto addirittura tre dischi di sole cover (Fleurs, Fleurs 2, Fleurs 3) in cui il cantautore siciliano proponeva cover sia italiane che straniere con risultati abbastanza buoni. Un artista che nel finale della sua carriera si è dedicato alla riproposizione di brani altrui è stato Johnny Cash. Il cantante country ha riproposto brani di artisti molto lontani dalla sua concezione musicale, ma lo ha fatto con una raffinatezza artistica che ha fatto ricredere pure i più scettici sulle sue doti artistiche. È passato dagli U2(One) a Bob Marley (Redemption Song in coppia con Joe Strummer) fino a arrivare ai Nine Inch Nails(Hurt).


Quindi perché un'artista decide di realizzare una cover? I motivi come abbiamo visto sono molteplici, io tendo sempre a non credere nelle operazioni commerciali volte a un riscontro economico. Spero sempre che si tratti di omaggiare un'artista o una canzone a cui si è legati e provare a confrontarsi con un'opera già creata e vedere se si è in grado di fare meglio. Sperando che la musica nel futuro ci regali sempre cover migliori, a dispetto di tutte le classifiche su quale sia la migliore, vi offro quella che secondo me è la più meritevole.

          

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