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Recensione Blackmore's Night - Dancer And The Moon

Ritchie Blackmore è da considerare tra le leggende del Rock. Quando sei stato il chitarrista dei Deep Purple per 15 anni (tra entrate e uscite) e hai fondato i Rainbow, un posto nella storia dell'Hard Rock non te lo toglie nessuno. E se decidi dopo questa carriera di dedicarti a un qualcosa che non ha nulla a che vedere con il tuo passato, nessuno ti può criticare. Certo può piacere o non piacere, ma nessuno potrà mai discuterti come artista.
Ormai giunti all'ottavo disco di questa nuova vita artistica di Blackmore, Ritchie e la moglie Candice Night si presentano con questo nuovo lavoro a tre anni dall'ultimo “Autumn Sky”.




Partiti nel 1997 come duo folk-medievale, nel corso degli anni i suoni del duo si sono aperti verso il rock più classico mantenendo comunque le caratteristiche fondamentali da cui erano partiti. Non varia molto sul tema questo nuovo “Dancer and The Moon”, disco caratterizzato da un'alternanza tra pezzi folk e pezzi più indirizzati al Rock.
Il disco si apre con due brani dalla spiccata anima folk specialmente “Troika” che con il suo ritmo porta subito la band su un territorio a loro congeniale. “The Last Leaf” si presenta come brano molto più inrtrospettivo, in cui la splendida voce di Candice viene accompagnata da uno splendida chitarra acustica di Blackmore.




Le cover presenti nel disco “Lady in Black”(Uriah Heep) e “The Temple of the King” (Rainbow) sono eseguite ottimamente così come i due brani strumentali “Ministrels in the Hall” e “Galliard” che riportano alla mente quei suoni medievali che aveva spinto la coppia a mettere in piedi questo progetto. La malinconica “The Ashgrove” ci fa capire (senza che ce ne fosse il bisogno) la grandissima abilità di Candice Night di adattarsi senza problemi sia a toni più movimentati che a ritmi decisamente più dolci e delicati.
Uno dei momenti migliori(e piì strani) dell'intero album lo abbiamo con la doppia interpretazione della stessa canzone. “Somewhere Over The Sea(The Moon is Shining)” e “The Moon is Shining(Somewhere Over The Sea)” altro non sono che la stessa canzone, eseguita una prima volta come ballata folk molto intensa, e ripresa in un secondo momento come pezzo Hard Rock, con un intro elettronico che lascia inizialmente interdetti, ma che funziona.





Devono essere stati due parecchio difficili per Ritchie, perchè perdere due dei migliori musicisti con cui hai diviso la carriera in un lasso di tempo così breve non deve essere facile. La cover dei Rainbow è un omaggio a quel Ronnie James Dio che lo ha accompagnato nei primi anni della sua avventura post Deep Purple. La seconda dedica dell'album la troviamo in chiusura di disco. “Carry On...Jon” è un pezzo strumentale che ricorda vagamente i suoni dei Purple, con in chiusura quell'Hammond che proprio Jon Lord era riuscito a far amare a tutti gli appassionati di musica.




La sostanza del disco non si discosta molto dai precedenti lavori del duo, ma risulta essere sicuramente un buonissimo lavoro. Si nota una capacità della coppia di sapere perfettamente come fare sempre un lavoro egregio. E se la voce di Candice riesce a farsi apprezzare sempre di più, Ritchie non ha bisogno di farsi conoscere nel mondo, ma sentirlo suonare, e sentirlo così in forma, no n può che fare piacere a tutti i suoi fans, anche quelli che non hanno ben accettato la scelta di questa nuova strada.



TRACKLIST:

“I think it's going to rain today”
“Troika”
“The last leaf”
“Lady in black”
“Minstrels in the hall”
“The temple of the king”
“Dancer and the moon”
“Galliard”
“The ashgrove”
“Somewhere over the sea (the moon is shining)”
“The moon is shining (somewhere over the sea)”
“The spinner's tale”
“Carry on... Jon”
Recensione Blackmore's Night - Dancer And The Moon Recensione Blackmore's Night - Dancer And The Moon Reviewed by Unknown on 21:05 Rating: 5

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